Il bacio che trionfa

Mi ricordo quella sera in cui, alla veneranda età di 33 anni, portai per la prima volta un uomo ad una cena di famiglia. Le mie cugine, al momento del dolce, si lasciarono andare e confessarono: “Prima di stasera pensavamo fossi lesbica”.
Probabilmente, nel corso degli anni, stupefatte dalla mia zitellaggine ostinata, le devono aver scartate tutte. Forse all’inizio avevano pensato che ero una solida vergine in attesa del principe azzurro, poi magari che dovevo essere per forza un po’ troia e che svolazzavo di fallo in fallo godendomi la vita. Desolate, alla fine, non vedendo comparire nessun pettegolezzo succoso né nessuna redenzione all’orizzonte, si sono probabilmente arrese all’ipotesi lesbista.
Pensavo questo, oggi, mentre fuori da Ikea partecipavo ad un flash-mob nato in contestazione delle uscite di Giovanardi sul significato e sulla costituzionalità della famiglia, insieme ad amici gay, coppie eterosessuali, e madri di famiglia. Ci siamo baciati per 60 secondi, ed eravamo bellissimi, felici e colorati. Continua a leggere

Ciao Vittorio

Non c’è mai un buon punto dal quale partire in un giorno così, se non forse dicendo che è stata la Pasqua migliore della mia vita, quella meglio celebrata, quella spesa a rendere omaggio ad un uomo grande più del mondo che riesco ad immaginare.
Il coraggio di dichiarare diserzione all’inviolabile pranzo di famiglia, e Bulciago mi ha accolto con un sole oltraggioso e aiuole esplosive, invocando resurrezione e rinascita.
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Invoco il patentino di voto

Sto pranzando sulle sponde di un isolotto del fiume Po, quando un amico – discutendo della questione mediorientale – mi dice: “Certo che finchè vanno avanti a scannarsi tra sciiti e sunniti non potranno andare molto lontano”. “Beh, se pensi che nella nostra Piccola città di C. non riusciamo ad essere d’accordo nemmeno su una questione elementare come un inceneritore, puoi ben capire quali ragioni ben più valide abbiano i mediorientali per scannarsi”.
Già, perché la questione dell’inceneritore sta scaldando molti culi, nella Piccola città di C.: si è formato un comitato di cittadini determinati e volenterosi, le istituzioni se la sonnecchiano astutamente aspettando che si faccia troppo tardi per evitare il disastro, il Sindaco è partito con le visioni. Si salvi chi può. Continua a leggere

A Perugia è Festival

È una mattina distrutta dalla morte di Vittorio Arrigoni quella in cui parto per il Festival del Giornalismo di Perugia: il mio venerdì 15 aprile comincia funesto, e decido di esorcizzarlo portandomi in viaggio “Il bene ostinato”, il libro di Paolo Rumiz che racconta dei profeti silenziosi di oggi e delle loro missioni.
Arrigoni è morto a 36 anni, da combattente, da militante: lui c’era sul suo sogno, e ben pochi possono dire altrettanto. Ma l’amarezza non scema.
Dopo quattro ore di macchina, Perugia mi accoglie con una scritta spray sul muro di una chiesa: “L’unica chiesa che illumina è quella che brucia”. Il benvenuto urticante di questa città sublime e viva mi intima di rimanere coi sensi allerta e, dopo una guanciola di manzo stracotta nel Rosso di Montefalco, mi butto tra le genti giovani e multietniche del centro storico. Continua a leggere

Adolescenti, deodoranti e altre afflizioni.

Bisogna dargli una mano, ai ragazzi d’oggi. Soprattutto a quelli che han voglia di studiare e che magari mirano a rimpolparsi il cervello. Visto che il nostro stato li penalizza ogni giorno che passa, mortificando la scuola pubblica a suon di tagli e cazzate, nella piccola città di C. si è pensato di organizzare una marcia non competitiva per finanziare alcune borse di studio.
E così sabato mattina ci siamo armati di buona volontà e, polpacci in spalla, siamo andati a camminare. Appena entrata nella scuola per il raduno, sono stata assalita da una zaffata di corpi umani in fermento: quell’odore che non sentivo da secoli, di carne umida e umori abbondanti, un misto di cuoio capelluto sudato e pelle sebacea, agrumi rancidi e humus.
L’odore dell’adolescenza è insopportabile. Continua a leggere

Scandalo MiArt

Comincio dalla fine, giusto per non perdere tempo.
Sono andata dall’usciere chiedendo: “15 euro ed è tutto qui? O ci sono padiglioni nascosti che mi sono persa?”
Perché se già l’anno scorso il MiArt non aveva riservato niente di particolare, quest’anno ha regalato la sorpresa di una tristezza infinita: non solo per il numero degli espositori, visibilmente decimato, ma anche per la qualità dei pezzi esposti.

Blu&Joy

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Sir Edward (ovvero: non tutti i bambini sono uguali)

E’ stato lo zapping-per-caso a farmi incontrare “Senza apparente motivo”, questo film che mi ha regalato una dose di poesia sufficiente per citarlo oggi, a celebrazione della nascita di Sir Edward.
Vi prego, trovate sei minuti per godervi questo estratto, perché non tutti i bambini sono uguali.

In questo momento storico di marcescenza perfetta, ci sono bambini che non faranno per niente la differenza, e altri invece in cui possiamo riporre le nostre speranze.
Con quello che sta accadendo alle nostre istituzioni, nel nostro parlamento, alla nostra giustizia, alla nostra cultura, civiltà e dignità nazionale; con quello che siamo diventati – o che forse siamo sempre stati, ma oggi senza nulla a controbilanciare la schifezza di cui siamo ripieni e ricoperti – sono solo certi bambini che potranno salvarci. Continua a leggere

Il capo, e i suoi vizi inconfessati.

Dietro di lei sono fioriti immaginari collettivi devastanti, e sul suo outfit gonna -nera-e-camicia-bianca si sono intessute trame erotiche inenarrabili: la segretaria, con la sua seduzione intrinseca, ha mietuto vittime in tutto il mondo e in tutte le stagioni.
Oggi, nella sua versione evoluta di Personal Assistant (meglio remunerata, ma al prezzo tutt’altro che irrisorio della sua sanità mentale), il legame tra lei e il suo datore di lavoro si è fatto talmente stretto da pretendere simbiosi: ambizione sintomatica di disgrazie e calamità psicologiche.
Perché se non siete un po’ slave, indipendentemente dalla vostra professionalità avrete vita durissima. Continua a leggere