Donne cretine (?)

Quando leggo certe riviste – e nello specifico oggi parlo di IOdonna – mi domando se le intervistate sono davvero cretine o se sono i giornalisti (che in certi casi costruiscono immagini di un certo tipo) che si divertono a farle apparire fatue, stronze o ritardate (a seconda dei casi).
Tipo la Milla Jovovich che dichiara di sposare solo registi per business (uscita piazzata in copertina, tra l’altro).
Oppure la Carine Roitfeld che dichiara: “”Hanno detto che sono stata licenziata per il servizio con le bambine truccate e coi tacchi. Ma non ho mai fatto cose contrarie alla mia etica di madre. E non ho mai mandato messaggi negativi”.
E ancora: “Preferisco la vodka allo champagne e amo il caviale. Però non lo mangio più: Lagerfeld mi ha spiegato che aggrava le occhiaie“. Che quasi uno rimane basito di fronte a tanta scienza.

Ma parliamo anche della Palmas, che si dice disposta a rinunciare a tutto (tacchi e orologi) se ne vale la pena (citando però poi “L’isola dei famosi”, dando la sua misura del “valerne la pena”)
La giornalista che poi si trova a dover trovare una frase per raccontare Miranda Kerr scrive: “Modella con forte senso dell’impegno” e fin qui tutto bene. Peccato poi la qualificazione dell’impegno che segue: “Infatti pratica la disciplina buddista Nichiren”. Ah beh, ora sì che si ragiona. Le modelle mica son tutte sceme (!!!!).
Le donne di cui si sceglie di parlare sono davvero tutte così sceme o il giornalismo si deve dare una regolata (di scelta dei soggetti, di forma o di contenuto)?!
A voi tutte le considerazioni del caso.

16 thoughts on “Donne cretine (?)

  1. ahahah ti giuro che la parte sulla Kerr “impegnata” perché si diletta di buddismo mi ha fatto rotolare sotto la sedia! queste sono quelle che per me rientrano nell’ “involontariamente ridocolo” 😀

  2. Mi piacerebbe dire che “Sono i modelli di donna che ci propinano”, ma purtroppo ho paura che siano i modelli a cui tante (ahimè) donne si ispirano e che di conseguenza fanno notizia. Mi immagino la lettrice di IOdonna che si trova in ordine un’intervista con la Montalcini, Kuki Gallman e Lubna Ahmed-al Hussein (per citarne di famose)… legge le prime tre righe, sbuffa, gira pagina, sbuffa, gira pagina, impreca e va alla ricerca della pubblicità.
    Penso che leggere di donne che ce l’hanno fatta, che sono impegnate, che hanno qualcosa di significativo per cui alzarsi alla mattina porti a chiedersi “E io?”. E’ più facile confrontarsi con la pochezza che con la sostanza.

    • Assolutamente d’accordo, Francesca. Tuttavia le scelte editoriali hanno sempre una loro responsabilità di indirizzo, orientamento e stimolo (nel bene e nel male) e non trovo giusto che entità tipo il CorSera si adeguino al nulla. Soprattutto quando esiste una sana via di mezzo tra i Nobel e le cretine (qualora di vere cretine si tratti). E soprattutto, se non hai niente di sensato da dire su una donna, falle una foto e basta (non commentare dicendo che è una donna impegnata perchè pratica il buddismo: qui è proprio la giornalista a cadere in errore!).

  3. Beh, io non mi stupisco più di tanto. Finchè sento donne che parlando di Margherita Hack riesocno solo a dire che è brutta, oppure che non sanno chi sia Simone de Beauvoir na conoscono a memoria modelli e prezzi delle borse Luis Vuitton, ci saranno sempre e solo giornali femminili destinati a cervelli piccoli.
    Se si sceglie per la copertina una strafiga, nessuno obbliga la redazione ad intervistarla, se sei solo bella fatti fotografare, se sei anche intelligente allora dì qualcosa e dimostramelo.
    Temo purtroppo che a pensarla in questo modo siano poche donne….sicuramente la minoranza…. che cmq. è sempre meglio di niente.

  4. Il giudizio dovrebbe poter essere personale. Giusto pensare autonomamente , e sono convinta che un giornale dovrebbe fornire elementi per formarsi un’opinione. Sono altrettanto convinta però che altre siano le motivazioni che portano sulle pagine le interviste di questo o quel personaggio. Io non so se la/il giornalista può intervistare chi vuole e poi trovare chi pubblica le sue fatiche
    (sono curiosa, chiedo e poi riporto quello che ascolto ma non ho mai scritto per nessun’altro che non fossi io !). L’aggravante è lo scarso discernimento che può avere un pubblico giovane, influenzabile oppure appartenente alla famosa categoria titolo di questo post, tutte quelle/i che confondono la vita con le esternazioni più o meno esilaranti di questi personaggi.

  5. Credo che ci siano varie tipologie di riviste femminili, ognuna indirizzata verso una tipologia femminile particolare, c’è quella per chi a pochi soldi, quella per chi ne ha tanti, quella per chi si sente impegnata politicamente, quella per chi pensa solo ai vestiti, quella per chi pensa solo al ragazzo che non la capisce ecc.ecc.
    Non ho mai letto IOdonna ma da come la descrivi, sembra essere quel tipo di rivista che, vuole farti sentire come la protagonista di Iloveshopping della Kinsella.
    Esistono anche persone così, persone svanite e felici di esserlo, però non so se sia giusto dire che bisogna scrivere solo di donne impegnate.
    Elena, e se provassi ad intervistare una donna leggera e superficiale?
    In un certo senso qualcosa di interessante c’è in una donna che è attenta ad essere vestita nel modo giusto, sposata all’uomo giusto, con la casa arredata nel modo giusto e ubicata nel posto giusto.
    E’ una che uno scopo ce l’ha.
    E adesso che ci penso, sarebbe interessante conoscere anche una che non ha nessuna aspirazione.
    E poi perchè una donna deve per forza essere impegnata, femminista ed informata.
    Così da donna casalinga-mamma passiamo a donna lavoratrice-femminista, sempre schiave di un’ideale.
    Non sarebbe meglio essere libere, libere di essere quello che ci và?

    • Ombretta, personalmente credo ci sia una differenza enorme tra chi non ha nessuna aspirazione e chi ha come aspirazione principale quella di accumulare scarpe alte e orologi.
      Così come credo ci sia una grossa differenza tra essere donne normali, madri di famiglia e lavoratrici senza velleità femministe, ed essere cretine.
      Personalmente non credo che gli ideali rappresentino una schiavitù, ma piuttosto un motore e un contenuto: abbiamo già ampiamente verificato i frutti marci che vengono prodotti da una società senza ideali.
      Ma al di là di questo (che è una questione di scelta e di indole, se vogliamo), io trovo sacrosanta la beata normalità rispetto alla scema ostentazione. E le interviste che ho citato… la dicono lunga solo sulla seconda casistica.

  6. E’ solo che mi sembra che certi ideali stiano diventando un’obbligo, “se vuoi essere brava, devi essere impegnata ed informata” ” se pensi a che scarpe mettere oggi, sei cattiva”
    Ho un’amica che passa la vita ad essere sempre “nel modo giusto” in tutto, e che di quello che capita intorno a lei non sa nulla.
    Un’altra che passa la vita ad essere impegnata ed informata.
    Sono molto diverse ma non riesco a scegliere tra le due quale sia la migliore.
    La prima è, mettiamola così, un po’ naif e la seconda è un macigno, ma entrambe hanno diritto ad avere la loro rivista.
    La prima se compra una rivista, le interviste non le vede, ne se viene intervistata una modella buddista ne se viene intervistata la Hack che parla del bosone di Higgs, la seconda una rivista femminile di sicuro non la compra.
    Comunque sono sicura che le riviste non siano tutte leggere, e che forse tu hai letto una rivista leggera prendendola troppo sul serio, perchè penso vada presa un po’ così, come un passatempo leggero e frivolo.
    Non credo che qualcuno abbia la pretesa di prendere sul serio certe riviste.
    E’ un po’ come i libri di barzellette di Totti, vendono tanto ma non so se qualcuno li legge, secondo me chi li compra lo fa per fare un regalo un po’ naif, appunto.
    Ecco semmai io mi sono un offesa quando ho visto in libreria una collana chiamata “chicken lit” e ho anche visto che qualcuna comprava, della serie cornuta e mazziata.
    Vabbè che a volte si ha voglia di leggerezza ma farsi prendere in giro per questo, mi sembra un po’ troppo.

    • Ma perchè tu pensi di dover scegliere chi è la migliore??? Io credo che semplicemente tra l’essere un’oca totale o una cretina patentata e l’essere un macigno filosofico esista una sana via di mezzo che contiene la maggior parte di tutte noi. Niente di più, niente di meno.

  7. Pingback: Finalmente Women | Maggie

  8. Sono entrambi, purtroppo!
    Lo show business ci propina, giorno dopo giorno, storie inutili e frivole di personaggi insensati. Onestamente deploro maggiormente le donne che leggendo tali argomentazioni, cercano di emulare questi stereotipi scadenti.
    Personalmente, aborro!
    Comunque mi piacciono i tuoi post! 🙂

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