Distrutta da un quadrupede

I bipedi non sono praticamente più capaci di commuovermi o di toccarmi il cuore: ci voleva giusto un cane per ridurmi una merda, costringendomi all’Havana per riuscire a dormire.
Lunedì sera, all’improvviso, il mio Mister ha iniziato a comportarsi in modo strano (non cercava le coccole, non cercava la pappa, camminava a testa bassa), e pian piano ci siamo accorti che gli si stavano lentamente paralizzando gli arti. Dopo varie indagini, i medici hanno scoperto un’ernia cervicale che lo paralizza quasi completamente. A quel punto c’era una decisione da prendere: operarlo o non operarlo?
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Donne cretine (?)

Quando leggo certe riviste – e nello specifico oggi parlo di IOdonna – mi domando se le intervistate sono davvero cretine o se sono i giornalisti (che in certi casi costruiscono immagini di un certo tipo) che si divertono a farle apparire fatue, stronze o ritardate (a seconda dei casi).
Tipo la Milla Jovovich che dichiara di sposare solo registi per business (uscita piazzata in copertina, tra l’altro).
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Donne, le storie da salvare

Siamo in un momento storico che ha moltissimi risvolti terrificanti anche sulla sponda del femminile, tanto che una Manuela Arcuri rischia di venire beatificata come “la donna del no”, Barbara D’Urso si avvale della qualifica di giornalista, e Benedetta Parodi passa per la scrittrice dell’anno.
Per questo la testimonianza di Maggie avrà un valore così importante.
E se avete belle storie da segnalarmi e donne di cui non posso proprio perdermi la testimonianza, sapete dove trovarmi. Son tutta orecchi.

Grazie Maggie

Ero a casa tutta scassata per l’incidente di fine aprile, quando dal Fashioncamp mi hanno invitato a partecipare al Contest di MaggieJeans. Tra un anti-dolorifico e uno svenimento ho cercato allora di scrivere qualcosa di decente per concorrere, e poi mi sono messa l’anima in pace cercando di rimettere in ordine vertebre, ossa e baricentro.
Maggie cercava Maggie: una blog-trotter in grado di raccontare delle donne speciali del nostro tempo, all’ombra del claim “Women will save the world”.
Quando ho saputo che la giuria mi aveva selezionato tra le sette finaliste ho provato una felicità esplosiva, quella delle cose in cui non speri. E lì è partito il patatrak. Era da tempo che cercavo un cambiamento, ma l’idea che questo cambiamento potesse essere possibile, e soprattutto di questo calibro, mi ha inseminato. Continua a leggere

Dal medico-legale: come uscirne vivi.

Credo sia capitato a tutti di sentirsi al di là delle statistiche in certi momenti, e vittima di uno scherzo a telecamere nascoste.
Il 28 aprile 2011 ho avuto un incidente d’auto, e da prassi è arrivata l’ora delle visite medico-legali per essere risarcita dalle assicurazioni. A luglio la visita con il dott. Domenico Tuttotasso, perito della controparte, ieri la visita con il dott. Silvio Spagnolli, il medico suggeritomi dalla mia assicurazione.
Due su due con un ego ipertrofico che quasi non c’era più spazio nella stanza.
Quando a luglio mi sono trovata di fronte a Domenico Tuttotasso la mia memoria ha iniziato a viaggiare veloce mentre lui, occupatissimo al telefonino, mi trattava con una condiscendenza da upper class: “Sono il dott. Tuttotasso, prego signora, si accomodi in sala d’aspetto, arrivo subito”. E io, che mal tollero il “signora” visto che penso di dimostrare 25 anni, mi sono accomodata obbediente su di una sedia, trattata come una scocciatura, la proletaria media che attende il verdetto del luminare.
Quando finalmente mi ha invitato ad accomodarmi nel suo ufficio di sapienza e scienza, mi sono allargata in un sorriso sperticato e ho esordito con un “Ciao Mimmo, come stai?”. Lui, sgranando tanto d’occhi e degnandomi per la prima volta di un’occhiata, mi fa: “Chiuda la porta alle sue spalle per favore”. Iniziava a sudare, ma perseverava con il lei: “Ci conosciamo?”.
“Non ti ricordi di me, Mimmo? Al Beso?”.
Questa parolina magica – Beso – doveva avergli fatto intuire che ci eravamo conosciuti in modo non troppo consono al tono da Nobel che si stava dando in quel momento, e il fatto di non ricordarsi di me gli faceva intuire senz’altro di avermi frequentato in condizioni non particolarmente onorevoli (visto che il Beso, dove io facevo la cameriera, era famoso per essere un luogo di sbronze epocali e baldoria sfrenata).
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E finalmente Mantova.

Daniele Bresciani introduce Margaret Mazzantini

Mantova quest’anno ci ha accolto con un caldo quasi insopportabile, facendosi perdonare solo grazie alle parole che ha lasciato fluttuare in ogni angolo della città con orgogliosa noncuranza.
Abbiamo passato ore in coda, pagando lo scotto per aver perso le prenotazioni on-line, seduti sui sassi dei cortili di Palazzo Ducale, contemplando la bellezza dei palazzi intorno e perdendoci in chiacchiere bruciagola fino all’imbrunire.

Aspettando Margaret Mazzantini

È stato schiacciacuore ascoltare la Mazzantini parlare dei suoi libri: questa donna circondata da centinaia di lettori, che molti definiscono fredda e antipatica, a me risulta sempre capace di una poesia verbale rarissima e travolgente. E il mio cuore ha perso un battito sentendo che tra poco uscirà un film dedicato a “Venuto al mondo” e girato in parte a Sarajevo.

Ho trovato quasi tutto per errore, non ho mai pensato. Devi fidarti di ciò che non conosci”

“Sono tornata a casa da Sarajevo e ho pensato: non ce la posso fare, non ce la farò mai. Poi ho provato”

Parlando di Penelope Cruz, protagonista di “Non ti muovere” e del prossimo “Venuto al mondo”: “E’ capace di spogliarsi di tutto e di essere miserabile. Ama il fango”

Margaret Mazzantini, 10 settembre 2011, Festival della Letteratura di Mantova Continua a leggere

VFNO, le vetrine e i poveracci

LANA SUTRA - A project by Fabrica (per Benetton)

Dopo un agosto passato a languire sotto l’aria condizionata, settembre mi accoglie con una rinascita godereccia di cui voglio perdermi ben poco.
Così mi sono fatta un giro anche alla VFNO, e per il terzo anno consecutivo mi sono consumata le suole per le vie di Milano, sulle scale dei negozi e in coda sui marciapiedi.
Qualità della manifestazione in decisa regressione, soprattutto perché quest’anno la VFNO ha perso l’occasione di intonarsi al contesto, tradendo definitivamente la propria missione: aprire la città e avvicinare i cittadini comuni al mondo della moda. Continua a leggere

Unilever, CorSera e pessimi sistemi

Quando ho visto le millemila pagine che Style, il settimanale del Corriere, ha dedicato al green side della Unilever, mi sono chiesta se certi pezzi sono pagati dal committente (e quindi rientrano in un puro servizio pubblicitario a pagamento) o se sono invece frutto della libera iniziativa del giornalista che è convinto di scrivere un pezzo di informazione. Continua a leggere

E anche Genova mi ha fatto innamorare

Acquario di Genova: sua maestà il Lamantino

Certo che stavolta era facile, perché ero già gravida di tutto l’amore che De Andrè mi aveva inseminato nel cuore attraverso le sue canzoni. Però non immaginavo certo un impatto così dirompente.
Sono stata a Genova soltanto qualche ora, per incontrare il team che ci ospiterà per il prossimo BookSwap, e mi son sentita tipo nel paese dei balocchi.

Genova, in darsena

Genova, Città dei bambini e dei ragazzi

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Restiamo umani?

Oggi ho solo alcune domande da porre.
Perché un conto è sapere che le cose sono successe, e stop. Un conto è leggere bene come sono successe. Dopo aver letto il libro di Vittorio Arrigoni “Restiamo Umani”, la mia prima domanda è: perché non c’è nessun responsabile israeliano (Olmert, Livni o chi per loro) imputato al tribunale internazionale dell’Aia per CRIMINI CONTRO L’UMANITA’? Continua a leggere