Santa in cucina e Puttana a letto

GQ Italia, n. 143, Agosto 2011

Io non ho l’occhio fino, e nemmeno la lingua (ve ne sarete ampiamente accorti).
Oltre ad essere sbadata, grezza e goffa, spesso non presto attenzione a ciò che dovrei.
Mi capita spesso di usare gli stereotipi come base narrativa, sguazzo nelle categorie come il pretesto semplificatore migliore dal quale partire per raccontare ciò che devo.
Tutto ciò premesso, capirete che se una discriminazione bella e buona salta ai miei occhi in un lampo, significa che è proprio palese e di cattivo gusto.
Ormai – ed è brutto da dire – sono piuttosto assuefatta dall’uso della nudità della donna nei media (e non solo). Ma c’è una cosa che riesce ancora a starmi sulle palle: lo stereotipo di genere.
Stamattina sono andata in edicola a prendere Vanity Fair, e mi sono trovata allegata una copia di GQ. Sfoglio sbadatamente, e le palle (questo sì che è fuori stereotipo) iniziano a rotearmi vorticosamente quando mi trovo a pagina 96, sotto il cappello “Donne per cui vorremmo morire”: Continua a leggere