Maurizio Costanzo, e le parentesi necessarie.

Maurizio Costanzo mi intervista (video), e riascoltandomi parlare con lui di distanze mi vien da riflettere sul nostro modo sgangherato di vivere il tempo e le situazioni.
Facciamo le cose, ma ne pensiamo altre, che il nostro cervello pare vivere in trasferta.
E quando poi, al rientro, presenta la nota spese sono cazzi.
Non c’è sonno, passeggiata o lettura che interrompa quel frullatore di preoccupazioni e progetti.
Tanto che capita di mettere la spazzola nel cassetto delle posate, provando poi a pettinarsi con la forchetta.
Mai che riusciamo davvero a fermarci nel momento, nemmeno quando guidiamo e rischiamo di sterminare nonnini in biciclo e signore con la sporta.
Spesso nemmeno quando facciamo sesso, che alle otto l’ipermercato chiude e il frigo rischia di rimanere vuoto.Stamattina, come ogni mattina, ho puntato la sveglia alle 6.15 per farmi la mia passeggiata quotidiana mentre il sole sorge: rigoroso diktat del gastro-enterologo che ammenda la sua incompetenza con compiti da eroina urbana.
E anziché godermi il potere della luce che nasce (le albe riservano un’energia incredibile), pensavo all’intervista della sera prima con Costanzo, alla sfida delle tabelle Pivot che mi aspettava in ufficio, all’ultimo brufolo spuntato sotto il naso e agli eventi del Salone del Mobile ostacolati dalle mie imminenti e inopportune mestruazioni.
Perdendomi ovviamente tutta la meraviglia del risveglio del mondo che mi sbadigliava intorno.
Qui e Ora” è un posto dove non stiamo quasi mai, ma non è per niente una buona cosa.
Perché siamo a corto di distanze, tra noi e le cose, e abbiamo finito le parentesi.
La qualità ne ha un gran bisogno, di parentesi: per tornare a respirare, per rassettare e mettere ordine, espellere e selezionare. Dovremmo imparare dalle nostre interiora, a volte. E metterci sotto carica.
Interrompere il flusso e godere.


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